I ricercatori hanno ormai accesso ad una enorme quantità di informazioni: archivi elettronici sanitari, banche dati di immagini digitali, analisi molecolari, e molto ancora. La possibilità offerta dai più evoluti sistemi informatici di catalogare, incrociare, elaborare ed interpretare la gigantesca quantità di dati disponibili in ambito medico-scientifico apre oggi prospettive rivoluzionarie, sia sul versante della ricerca che su quello dell’applicazione clinica. La sfida è quella di trovare strategie che consentano a medici e scienziati di orientarsi in modo efficace attraverso le informazioni per trovare velocemente relazioni significative ai fini della ricerca condotta, ovvero per trasformare i dati in conoscenza applicata.
Questo il tema che affrontato nella nona edizione del Simposio Scientifico della Fondazione Ri.MED dal titolo FROM PERSONALIZED MEDICINE TO BIG DATA organizzato lunedì 26 e martedì 27 ottobre 2015 a Roma, nella splendida cornice di Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, sede del Senato della Repubblica, che per l’evento ha concesso il proprio Alto Patrocinio.
La nona edizione del simposio scientifico della Fondazione Ri.MED è stata inaugurata ieri dal Presidente del Senato Pietro Grasso e si è focalizzata sulla presentazione dell’attività di ricerca di Ri.MED, affidata alle parole di una rosa di ricercatori che attualmente lavorano tra Pittsburgh, Palermo, Miami e altri centri europei d’avanguardia, nell’attesa di convergere in qualità di principal investigator nel Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica che la Fondazione Ri.MED sta realizzando in provincia di Palermo.
La Giornata di oggi ha approfondito il tema della convergenza tra big data e medicina personalizzata. Il primo intervento scientifico è stato di Jeremy Berg, che ha offerto un’aggiornata fotografia dell’incredibile sviluppo dei risultati in questo ambito: “La medicina personalizzata utilizza le informazioni sul genoma di un singolo paziente insieme ad altri dati clinici per permettere l’individuazione di nuove soluzioni diagnostiche e nuove cure. Nonostante ci sia ancora del lavoro da fare, questo approccio è sul punto di innescare la prossima vera rivoluzione in ambito medico”. Questo il commento del direttore dell’Istituto per la Medicina personalizzata e Professore di Biologia Computazionale dell’University of Pittsburgh School of Medicine, nonché componente del Consiglio di Amministrazione di Ri.MED.
Le parole chiave della rivoluzione innescata dai big data sono appropriatezza e sostenibilità. La prima valuta quanto una scelta diagnostica o terapeutica sia adeguata rispetto alle esigenze del paziente e al contesto sanitario: quanto maggiore è la possibilità di personalizzare diagnosi e cure e tanto più i conseguenti interventi saranno appropriati. La sostenibilità da conto del notevole risparmio che l’utilizzo efficace dei big data è in grado di generare: dall’uso di modelli computazionali predittivi – che possono semplificare le fasi della ricerca preclinica riducendo drasticamente i costi di lunghi test e aumentando il potenziale di successo in ambito clinico – alla possibilità di personalizzare diagnosi e cure per il paziente, con sensibile diminuzione delle probabilità di errore e dei conseguenti interventi correttivi ad esso associati.
A seguire i talks di alcuni dei maggiori esperti internazionali in materia, che la Fondazione Ri.MED ha riunito per contribuire alla condivisione e diffusione di importanti risultati scientifici:
Adrian V. Lee – Genomic Technologies and the New Era of Precision Cancer Medicine
Paolo Comoglio – The MET Paradigm: Oncogene “Addiction,” “Expedience,”and “Inherence”
Aleksandar Rajkovic – Genomic Approaches to Reproductive Disorders
Enza Maria Valente – “Personalized” Approaches To Decode the Genetic Complexity of Neurological Disorders
Dietrich Stephan – Extending the Healthy Lifespan through Precision Prevention
Philip E. Empey – Pharmcogenomics
Gregory Cooper – Big Data to Knowledge
Arthur Levine, direttore scientifico della Fondazione Ri.MED spiega: “Il nostro obiettivo è ottenere da questa esplosione di dati clinici nuovi strumenti, tecnologie, prodotti e servizi che possano cambiare il modo in cui si prevengono le malattie e come i pazienti vengono diagnosticati, curati e coinvolti nel loro trattamento. Questo simposio vedrà la partecipazione di eminenti scienziati e medici che tratteranno questi processi trasformativi nel campo della biomedicina.”
Per Camillo Ricordi, Presidente della Fondazione Ri.MED, nonché uno dei massimi esperti nella ricerca per la cura del diabete e le terapie cellulari “Anche la ricerca per la cura delle malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, trarrà grandi benefici dall’uso efficace dei big data. L’ottimizzazione delle terapie immunosoppressive e l’eventuale eliminazione dei farmaci anti-rigetto mediante induzione di tolleranza immunitaria, possono trovare nelle tecnologie Big Data la chiave di volta per arrivare a personalizzare le strategie terapeutiche, ovvero ottimizzarle, adattandole con precisione alle caratteristiche di sensibilità e capacità di risposta di ogni soggetto”.