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Stenosi esofagea benigna e maligna, un approccio innovativo per affrontare un bisogno clinico non soddisfatto: una protesi esofagea bioibrida in polimero – matrice extracellulare, a rilascio di farmaci, in grado di fornire un supporto meccanico sostenuto, prevenire attivamente la restenosi e indurre la rigenerazione tissutale costruttiva

Data inizio e fine: 30 agosto 2024 – settembre 2026

Ente finanziatore/Programma: Ministero della Salute – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 6 – Componente 2 – Investimento 2.1. Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del SSN_CALL 2023

Partnership: Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione – ISMETT (Capofila – UO1); Fondazione Ri.MED (partner – UO2).

Abstract: Le stenosi esofagee sono caratterizzate da una riduzione del diametro del lume causata da neoplasie, infiammazioni croniche o processi di ulcerazione. Nonostante l’uso di trattamenti farmacologici volti a ridurre la crescita tumorale e a mediare il processo infiammatorio, si riporta una progressione verso una condizione ricorrente in circa il 35% dei pazienti che hanno subito un intervento per affrontare la stenosi esofagea. Il rimedio gold-standard per le stenosi esofagee benigne è la dilatazione endoscopica, una procedura generalmente considerata efficace e facile da eseguire. Le procedure attuali per ridurre il rischio di recidiva includono il posizionamento endoscopico di diversi tipi di stent, tra cui stent metallici autoespandibili (SEMS) sia coperti che non ricoperti, e stent plastici autoespandibili (SEPS). Sebbene SEMS e SEPS permettano una dilatazione efficace dell’area stenotica, il loro principale svantaggio rimane il tasso di migrazione (circa il 35%). Per superare le limitazioni degli innesti esofagei, verrà realizzato un dispositivo medico bioibrido utilizzando tecnologie avanzate di ingegneria tissutale in D’Amore et al, 2016. Tale graft sarà confrontato con uno stent Niti-S (Taewoong Medical Co, Ltd, Goyang-si, Korea) poiché dispone di alcune caratteristiche tra cui il rivestimento in silicone e la presenza di svasature a margini smussi alle estremità distali volte a ridurre potenzialmente l’ostruzione per infiltrazione di tessuto tra le maglie e la reazione iperplastica della mucosa in corrispondenza delle estremità. In collaborazione con l’UO1-ISMETT Endoscopy, il gruppo D’Amore propone di progettare, caratterizzare e validare su un modello animale clinicamente rilevante un innesto esofageo bioibrido senza stent, presumibilmente in grado di fornire un supporto meccanico sostenuto, rilasciare ingredienti farmaceutici attivi e fornire componenti bioattivi derivati dalla matrice extracellulare (ECM) per indurre un rimodellamento costruttivo dei tessuti. Nello specifico, l’innesto bioibrido in oggetto è in grado di fornire resistenza meccanica al piegamento, e alla migrazione del dispositivo.

Ri.MED UO: Ingegneria del Tessuto Cardiovascolare

Ri.MED Principal Investigator: Antonio D’Amore

Componenti del team Ri.MED: Laura Modica de Mohac, Federica Cosentino

 

 

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