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Infiammazione cronica e tumori: Sandra Cascio, ricercatrice Ri.MED, ha presentato una ricerca per lo sviluppo di farmaci in grado di interrompere il circolo vizioso tra infiammazione cronica e crescita tumorale.

23 Aprile 2015

Nel corso dell’Annual Meeting dell’American Association for Cancer Research (AACR) conclusosi ieri a Philadelphia, sono stati presentati i risultati di uno studio che ha rapidamente fatto il giro dei più importanti siti scientifici americani: autrice dello studio è la Dr.ssa Sandra Cascio, vincitrice di una borsa di studio della Fondazione Ri.MED presso l’Università di Pittsburgh, dove lavora in collaborazione con la Prof.ssa Olja Finn.

Negli ultimi decenni gli studi sull’argomento hanno evidenziato che uno stato di infiammazione cronica promuove l’insorgenza e la progressione tumorale, ma gli eventi cellulari e molecolari che connettono questi due processi non sono stati ancora del tutto chiariti.

Lo studio della Dr.ssa Cascio fa luce su nuovi segnali biochimici e molecolari che connettono infiammazione e cancro.  ”Una volta conosciuti in dettaglio questi eventi”, spiega la Dr.ssa Cascio, “si possono sviluppare nuovi farmaci che riducano l’infiammazione localizzata a livello tumorale e quindi inibiscano la crescita del tumore stesso”.

La ricerca, finanziata dalla Fondazione Ri.MED di Palermo e dal National Institutes of Health (NIH) statunitense, si è focalizzata sull’alterata forma strutturale di una proteina, chiamata MUC1, che si associa con altre proteine, anch’esse super-espresse in condizioni di infiammazione e cancro, fra le quali la proteina p65. “Abbiamo scoperto” continua l’autrice “che nelle cellule tumorali il complesso proteico MUC1/p65 lega il DNA e controlla l’espressione genica di  alcune molecole, chiamate citochine, che promuovono l’infiammazione. Il conseguente stato pro-infiammatorio promuove, a sua volta, lo sviluppo e la progressione del tumore. Se riusciamo, quindi, a bloccare questa cascata di eventi, possiamo inibire l’espansione delle cellule tumorali”.

Per poter identificare i meccanismi di azione del complesso proteico MUC1/p65 i ricercatori si sono serviti di avanzate tecnologie in grado di individuare le proteine che legano il DNA, ne apportano specifici cambiamenti, noti come “modificazioni epigenetiche”, e ne controllano le attività di espressione genica.

I dati scientifici presentati hanno messo a segno un decisivo risultato che potrebbe fermare la crescita e la progressione del tumore sviluppato in seguito ad uno stato di infiammazione cronica.

L’immunologia, l’ingegneria dei tessuti e la medicina rigenerativa si trovano sempre più al centro della ricerca biomedica, indicando una profonda trasformazione nell’ambito della ricerca scientifica. Queste e altre linee di ricerca troveranno grande impulso presso il Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica che la Fondazione Ri.MED sta realizzando in provincia di Palermo. Il Centro costituirà un polo di riferimento per i ricercatori di tutto il mondo, ponendo la Sicilia all’avanguardia nel settore della ricerca biomedica e biotecnologica.

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