“COVID-19: mechanistic dissection, drug development and clinical evaluation”
23 e 24 giugno – online alle 14:15
Il 2020 e il 2021 sono stati segnati a livello mondiale dalla pandemia di Covid-19, provocata dal virus SARS-CoV-2, che ha avuto gravi ripercussioni sociali ed economiche, causando quasi 4 milioni di decessi e condizionando profondamente le abitudini di vita, di lavoro e di istruzione della popolazione mondiale.
Parallelamente ai programmi di ricerca e sviluppo abituali della Fondazione Ri.MED, i nostri ricercatori hanno quindi voluto dare il proprio contributo, intraprendendo nuovi progetti scientifici focalizzati sul Covid-19, quali ad esempio la caratterizzazione strutturale di proteine del SARS-COV-2, la selezione di molecole lead per i bersagli SPIKE e Mpro e la selezione di microRNAs espressi nei tessuti polmonari.
Particolarmente rilevanti sono state le collaborazioni, in primis quelle scaturite in seno al cluster Ri.MED/ISMETT/UPMC a cavallo tra Italia e USA, ma anche quelle a livello europeo; in particolare l’adesione al Consorzio Internazionale Covid-19 NMR, a cui va riconosciuto il merito di aver lavorato senza protagonismi per far progredire la conoscenza il più rapidamente possibile: tutti i protocolli sviluppati sono stati prontamente pubblicati e messi al servizio della comunità scientifica. Proprio da queste collaborazioni è nato il desiderio di riunire i principali interlocutori, un’occasione per condividere i risultati raggiunti e tracciare la strada per le attività future.
L’approccio basato sulla Drug Discovery, che viene presentato nel corso della prima giornata, abbraccia svariate discipline ed è finalizzato alla scoperta di nuove e più efficaci terapie. Grazie agli studi di Biologia Strutturale e Biofisica, negli anni passati sono stati fatti molti progressi nella conoscenza dei virus SARS e MERS, ma ancora non si è arrivati a conoscere molti meccanismi dell’infezione, in particolare il modo in cui le cellule umane contribuiscono alla diffusione del virus. Progredire ulteriormente nella ricerca è quindi necessario, non solo per fronteggiare l’attuale pandemia di Covid-19, con tutte le sue varianti, ma anche per le future epidemie da Coronavirus che potrebbero presentarsi negli anni a venire.
Ospite d’eccezione della prima giornata è il Prof. Rolf Hilgenfeld, biologo strutturale che dai primi anni 2000 anni studia le proteine di coronavirus, occupandosi in particolare della Main Proteasi (Mpro), di cui ha fornito per primo la struttura tridimensionale. La sua conoscenza approfondita di tutte le proteine legate alla sopravvivenza e alla riproduzione del virus gli ha permesso, già agli inizi del 2020, di essere uno dei primi scienziati a portare dati utili alla ricerca, sviluppando delle molecole ex-novo in grado di inibire l’azione della M Proteasi.
La giornata di mercoledì 23 vede inoltre protagonista Caterina Alfano, Group Leader di Biologia Strutturale e Biofisica per la Fondazione Ri.MED e organizzatrice di questo Simposio insieme a Giovanna Frazziano e al Direttore Scientifico Dario Vignali; il gruppo Ri.MED guidato dalla Dott.ssa Alfano ha condotto diversi studi mirati ad ottenere un quadro completo dei meccanismi di SARS-CoV-2, sia per identificare altri bersagli proteici SARS-CoV-2 diversi dalla proteina Spike, sia per capire quali proteine delle cellule ospiti sono essenziali per la replicazione del virus. In collaborazione con la Fondazione EBRI Rita Levi Montalcini, il gruppo della Dr. Alfano sta sviluppando anticorpi neutralizzanti per le proteine nsp-9 ed N di SARS-CoV-2, ed è impegnato nello studio delle interazioni tra il complesso di trascrizione dell’RNA virale e un’importante classe di proteine umane, le La-related-proteins (LaRPs).
La seconda giornata di lavori è focalizzata invece sulla ricerca clinica e sulle esperienze con i pazienti ospedalizzati. Il Prof. Gambotto dell’Università di Pittsburgh presenta i risultati dei trial clinici condotti in USA sul vaccino da lui sviluppato; sempre da Pittsburgh arriva lo studio del Dr. Cillo, relativo ai modelli predittivi generati dai profili trascrizionali registrati al primo giorno di ricovero in terapia intensiva; la possibilità di identificare i pazienti a rischio al momento del ricovero permette di agire tempestivamente per interrompere la progressione infiammatoria, il che migliora considerevolmente gli esiti nei pazienti critici.
Il Prof. Ricordi – già Presidente della Fondazione Ri.MED per il precedente quinquennio – presenta i dati relativi agli studi condotti a Miami in collaborazione con il Dr. Lanzoni sulla somministrazione di cellule staminali da placenta per il trattamento dei pazienti con stress respiratorio acuto.
Un apporto fondamentale arriva anche dal partner clinico della Fondazione Ri.MED: l’IRCCS ISMETT di Palermo infatti ha attivato la Terapia intensiva di terzo livello per la gestione della pandemia. La Dott.ssa Panariello, a capo dell’Unità di terapia intensiva, porta la propria testimonianza sull’utilizzo dell'ossigenazione veno-venosa extracorporea a membrana (V-V ECMO) come terapia salvavita nel trattamento dei pazienti ricoverati; la Dr. Monica Miele, Capo produzione GMP della Fondazione Ri.MED, ha collaborato inoltre con il Dott. Bulati allo studio di efficacia del vaccino Pfizer su pazienti ISMETT trapiantati ed – in generale – immunodepressi.
L'infezione da sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) è la terza epidemia da coronavirus verificatesi nel terzo millennio. L’attuale pandemia sottolinea l'importanza di acquisire una comprensione profonda dei meccanismi che regolano l'interazione e la riproduzione virale, nonché la necessità di tradurre questa conoscenza in trattamenti.
Rassegna Stampa