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11 febbraio Giornata mondiale delle donne nella Scienza | Fondazione Ri.MED: un esempio di ricerca “al femminile” per colmare il divario di genere nelle STEMIl 62% delle risorse è donna

10 Febbraio 2022

Ri.MED, fondazione per le biotecnologie e la ricerca biomedica con sede a Palermo e una forte vocazione internazionale, è da sempre in prima linea per colmare il gender gap nelle scienze, settore a prevalenza maschile. Secondo l’ultimo report dell’Unesco, infatti, gli scienziati nel mondo sono per il 72% uomini. In Italia, i dati di quest’anno relativi alle iscrizioni universitarie vedono in aumento le immatricolazioni femminili nelle facoltà di ingegneria (+3,37%) e di informatica (+16,36%), ma le donne restano poche: le studentesse STEM, infatti, sono un sesto dei loro colleghi.

La Fondazione Ri.MED rappresenta un esempio nella valorizzazione della componente femminile nella scienza: dei 79 ricercatori attualmente in forza (tra group leader, principal investigator, scientist, post-doc, borsisti, dottorandi e tecnici specializzati) 49 sono donne. Una squadra al 62% femminile, composta da donne brillanti e capaci, che conducono importanti progetti di ricerca in ambito medico-scientifico, e contribuiscono in modo determinante al raggiungimento dei risultati di Ri.MED, tra cui 28 brevetti già depositati e quasi 500 pubblicazioni scientifiche su peer review journals con rilevante impact factor.

Di seguito i profili di alcune scienziate di Ri.MED:

Caterina Alfano, che ricopre un ruolo di leadership e che grazie a Ri.MED è rientrata a Palermo per contribuire ad accrescere la cultura scientifica della propria terra di origine. “Ri.MED rappresenta senz’altro un unicum in Sicilia, per eccellenza, entusiasmo, stimolo ed impegno nella crescita territoriale. Il contributo della forte componente femminile è tangibile e contribuisce al successo Ri.MED, per questo mi piacerebbe che diventasse un nostro caposaldo e mi farò promotrice di ulteriori iniziative mirate ad incentivare un accesso paritario delle donne alla scienza e promuovere l’uguaglianza di genere nel nostro territorio, atavicamente maschilista

Claudia Coronnello, focalizzata sull’attualissimo studio dei microRNA, è alla guida di un gruppo di ricerca di ambito tipicamente maschile: algoritmi computazionali basati su tecniche di intelligenza artificiale. “Ogni giorno lavoro per dare un significato ai numeri e lo faccio basandomi su tre discipline che per pregiudizio sociale sono considerate appannaggio maschile: fisica, statistica e informatica. Quando ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Fisica ho trovato pochissime colleghe, ma nessuna di noi ha mai cambiato rotta! A tutte le studentesse voglio dire “non abbiate paura”, l’amore per la scienza non ha genere!

Ester Badami, esempio delle sinergie che scaturiscono dal cluster tra Ri.MED, ISMETT e UPMC, studia i meccanismi di risposta immunitaria nelle patologie croniche, quali tumori e infezioni e nel rigetto di organo post trapianto.
Un mondo più inclusivo colma i divari e accorcia le distanze. Sarebbe impossibile escludere il pensiero “al femminile” per un reale progresso scientifico: la scienza non ha e non deve avere confini di genere ma può, invece, essere uno strumento per ridurre le differenze e garantire pari opportunità”.

La giovanissima Arianna Adamo, che come altre sue colleghe Ri.MED si è formata all’Università di Pittsburgh, si occupa di bioingegnerizzazione delle valvole cardiache, ambito caratterizzato da importanti prospettive di trasferimento tecnologico. “La scienza combatte una battaglia per un’evidenza oggettiva. È una disciplina meritocratica che non fa differenze tra sessi. Eppure, il divario tra donne e uomini rimane ancora un problema tangibile nel settore della ricerca. Sono felice di lavorare in un ambiente in cui si è orientati verso una modifica dei paradigmi e che mi consente di fare il lavoro che amo in una terra che amo.”

Donne con storie diverse, ma che hanno in comune eccezionali competenze scientifiche e la volontà di contribuire con il proprio lavoro a migliorare la salute dei cittadini e lo sviluppo del territorio.

Schede di approfondimento:

Caterina Alfano, Group Leader in Biologia Strutturale e Biofisica (classe ’76)

Dopo la laurea cum laude in Chimica presso l’Università Federico II di Napoli, nel 2002 ha avviato un Dottorato di Ricerca internazionale in Chimica e Biofisica studiando le interazioni proteine/acidi nucleici mediante Risonanza Magnetica Nucleare nei gruppi del Prof Colyn Crane-Robinson dell’Università di Portsmouth e della Prof.ssa Sasi Conte del King’s College di Londra. Dal 2005 ha lavorato in diversi rinomati istituti di ricerca internazionali, come l’IRBM Merck Sharp & Dohme a Pomezia (Italia), CIC-Biogune a Bilbao (Spagna) e King’s College London (Regno Unito).

Nel 2016 vince le selezioni indette da Ri.MED per la posizione di Group Leader in Biologia Strutturale e Biofisica e lascia quindi l’Inghilterra per rientrare a Palermo, sua città natale, con il principale obiettivo di contribuire alla crescita territoriale e di cultura scientifica della propria terra di origine.

Le sue attività di ricerca in Ri.MED mirano alla comprensione dei meccanismi molecolari alla base di gravi patologie neurodegenerative e infettive, e quindi gettare le basi per lo sviluppo di terapie. Il suo gruppo utilizza un approccio interdisciplinare che combina tecniche all’avanguardia di biofisica e biologia strutturale con consolidate competenze in biologia molecolare e scienza delle proteine. Grazie a tale esperienza, il gruppo del Dott.ssa Alfano partecipa attivamente anche a tutti i programmi Ri.MED di Drug Discovery, supporta la ricerca Ri.MED per lo sviluppo di vaccini e ha diverse collaborazioni per lo sviluppo di anticorpi terapeutici.

Claudia CoronnelloPrincipal Investigator in Biologia Computazionale (classe ’76)

Dopo la laurea cum laude in Fisica presso l’Università degli Studi di Palermo e un’esperienza in ambito di Information Technologies all’Università di Lecce, nel 2008 Claudia Coronnello consegue il PhD in Fisica Applicata con una tesi di ricerca in Bioinformatica.

Nel 2009 vince la borsa di studio per la “Ri.MED post-doc fellowship” di 4 anni all’Università di Pittsburgh, presso il dipartimento di Computational&Systems Biology del prof. Benos, dove sviluppa nuovi algoritmi basati su tecniche di intelligenza artificiale.

Nel 2012 rientra a Palermo, sempre supportata dalla Fondazione Ri.MED, e si affianca al laboratorio della Dott.ssa Agata Giallongo presso l’IBIM-CNR a Palermo. Qui approfondisce gli studi sulla funzionalità dei microRNA, analizzando big data biologici con tecniche computazionali innovative.

Dal 2018 è responsabile del gruppo di Advanced Data Analysis della Fondazione Ri.MED. Gli algoritmi sviluppati sono in grado di predire i target di un sistema di microRNA, ovvero delle sequenze di RNA molto corte considerate in passato inutili, che invece hanno importanti funzioni regolatrici dei target. Il suo principale argomento di ricerca rimane lo studio dei microRNA, ma coadiuva colleghi e collaboratori nell’analisi di dati proveniente da svariati contesti scientifici.

Ester Badami, Principal Investigator in Immunologia sperimentale (classe ’78)

Tra gli esempi di successo scaturiti in questi anni dalla collaborazione Ri.MED / ISMETT / UPMC, annoveriamo il lavoro di Ester Badami, che collabora con UPMC e ISMETT al trasferimento da Pittsburgh a Palermo di un nuovo protocollo mirato a ridurre i tempi di somministrazione di terapia immunosoppressiva post-trapianto.

Dopo cinque anni in Inghilterra e due anni al San Raffaele di Milano, nel 2010 Ester torna a Palermo per lavorare a progetti di ricerca condotti da UPMC presso l’ISMETT. Grazie agli ottimi risultati, nel 2015 vince le selezioni indette dalla Fondazione Ri.MED, continuando a lavorare a stretto contatto con i medici dell’Istituto, con cui Ri.MED collabora. Oggi è Ri.MED Principal Investigator in immunologia sperimentale.
Gli studi di Ester sono mirati alla caratterizzazione dei meccanismi di risposta immunitaria nelle patologie croniche, quali tumori e infezioni e nel rigetto di organo post trapianto. Ester studia l’efficacia delle cellule Natural Killer (NK) nel trattamento dei tumori solidi. Parte della sua ricerca – per la quale ha depositato un brevetto – è mirata alla prevenzione della recidiva epatica tumorale post-trapianto in pazienti con Epatocarcinoma Cellulare tramite immunoterapia adottiva con infusione di cellule NK isolate da donatori. Visti i promettenti risultati, la ricerca sta ora puntando sull’applicazione di procedure analoghe con le cellule NK, ovvero CAR-NK come terapia cellulare, prevalentemente per la regressione di tumori solidi.
 

Arianna Adamo, Scientist in meccanobiologia (classe ’92)

Laureata in Biotecnologie all’Università di Messina e specializzata in Biotecnologie mediche e farmaceutiche all’Università di Parma, dopo un’esperienza di coordinamento delle attività di studi clinici al Policlinico Giaccone di Palermo, nel 2017 Arianna inizia il dottorato di ricerca in Science and Technologies for Human Health, un programma congiunto tra l’Università di Palermo e l’Università di Pittsburgh.

Nel 2020 viene selezionata da Ri.MED come Scientist in Mechanobiology per il gruppo di Ingegneria tissutale cardiovascolare. La sua ricerca è altamente interdisciplinare per natura, il suo scopo è studiare i meccanismi che governano la risposta cellulare, in particolare quando le cellule si trovano imbrigliate all’interno di costrutti con geometrie complesse.

Il progetto principale Arianna è bioingegnerizzare l’apparato cordale delle valvole cardiache, riproducendo la morfologia fisiologica e la meccanica dell’organo nativo.

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